Riflessi di Narciso

 

Scafandro

 

 

Scorgo il tuo cielo Seguo la tua voce

Non percepibili sentieri

si snodano nell'aria

scostano i fili della trama

schiudono

culle misteriose grembi

filamenti lunghissimi canali

per una voglia antica di smarrirsi

 

Non ci sei

È la tua assenza a dirigere

la disgregazione dei tessuti

il mio dislocarmi e propagarmi

nei labirinti

dello spazio dilatantesi

Ogni battito della tua voce muta

muove un passo un'onda

La parola che nomina

la visione del tuo cielo

palpita nel buio allarga

a ritmo di cuore saldo

la tenebra di sogni di esplosioni

sorregge l'increata forma

 

Sin dall'arcipelago

dell'avvenuta deflagrazione

tentiamo di riprenderci

Vedo il tuo cielo Seguo la tua voce

Per le nascoste vie

del silenzio dell'aria e la tua assenza

schiudo la penombra Vengo alla tua voce

 

 

Come il pane

 

 

Una è la parola che nomina

la comunione del mio amore

col tuo silenzio.

 

Per cercarla salgo

sulla mitica scala

fino allo spazio aperto

dove ogni sospensione è armonia.

 

Mi lascio dietro oggetti

voci

nubi

l'insolita freschezza in cui arde

la luce dello sguardo che fa nascere

la forza che realizza la salita.

 

E l'intenso profumo del segnale.

 

Non c'è parola che dica

lo spazio accordato

il silenzio delle cifre in pausa

l'altezza sommersa

o la navigazione infine immobile.

 

Pesci di luce nell'aria senza aria

sappiamo e non sappiamo

il nome da tacere.

 

                                                            Martha  Canfield